CONTRIBUTI

“(…) Egli ci conduce nel futuro, in questo futuro sempre più virtuale, eternizzando nel ferro forgiato che non conosce fine, la bellezza di quel mondo di valori che è il mondo della terra, della sua idea di uomo, di cultura e di arte. In una definizione, Gibo dal fuoco eternizza la civiltà nata dal fuoco. Così quel futuro già prossimo di bit, byte e web ci vedrà sicuramente tutti uomini più forti”. [leggi tutto]
Luigi Borgo – Editore e Critico

“(…) Mettendoci di fronte alla nostra igno­ranza, Gibo ci invita a destarci. Ricono­scendo, socraticamente, di non sapere, possiamo riprendere il cammino della co­noscenza. Allora dopo un primo momen­to di stupore per aver confuso un libro di ferro per una cinquecentina e un secondo momento in cui Gibo/Socrate ci mette a nudo davanti al falso sapere dei nostri tempi, ve n’è un terzo, definitivo ed edifi­cante: il libro di ferro diventa tra le mani un lingotto, aureo, per il compimento di gio­ielli in forma di pensieri. Da quella materia, da quell’arte che chiama arte, sta a noi formulare parole che diventeranno pen­sieri. Se questo accadrà, saranno parole e pensieri di salvezza. E l’evangelizzazione sarà ancora”. [leggi tutto]
Luigi Borgo – Editore e Critico

“(…) Così tutto un mondo rurale veniva violentemente spazzato via. Abbattute le fattorie e divelte le colture per erigere scriteriatamente condomini e capannoni; bruciati i vecchi mobili e le vecchie sedie di paglia per far posto, prima, a quelli in formica e a quelli plastica, poi, alle nuove sedie in simil-paglia prodotte in Cina. “È stata la nostra lunga notte dei Cristalli”, racconta Gibo, “là si bruciarono i libri e la libertà di pensiero, qui si bruciavano le carèghe e le nostre origini”. Con la differenza, però, che i libri erano bruciati dai nazisti, storicamente il male assoluto dell’Umanità, le carèghe dal medesimo sangue di chi le aveva costruite e sempre fatte aggiustare…”. [leggi tutto]
Luigi Borgo – Editore e Critico

“(…) Con le Crepe, grandi lastre ferrose incrinate ciascuna con un proprio tellurico andamento, entriamo nel nucleo più profondo dell’ ormai quarantennale ricerca artistica di Gibo Perlotto, in quello che è a tutti gli effetti il momento più rivelatorio delle ragioni della sua arte. Quasi le Crepe fossero, a dispetto di un’iniziale difficoltà di lettura che le altre opere iperrealiste di Gibo coerentemente non hanno, la chiave d’accesso più efficace per comprendere il suo pensiero d’arte, la sua “poetica”, il perché o i perché di tutta la sua opera. In questo senso, le Crepe non sono il punto di arrivo dell’arte gibiana, ma il momento centrale ed epifanico della sua lunga militanza artistica…”. [leggi tutto]
Luigi Borgo – Editore e Critico

“(…) Si ha l’impressione che quando Gibo ci mostra la pianta di mais con le radici, o la vite con saette e fili di ferro pendenti stia pensando a un orto autunnale, o persino invernale, su cui rimasto qualche frutto non colto. Al contrario di quando realizza cassette di verdura, qui l’immagine è quella del ritiro, del letargo, del rinchiudersi in attesa di nuova linfa. E’ il paesaggio d’inverno, dove la parte sta per il tutto in questa sineddoche che mostra una pianta e ci fa vedere il campo, le nuvole basse, il cielo coperto, e il freddo pungente che smorza i colori: il momento visivamente più brutto dell’orto, concettualmente più importante, perché si prepara la resurrezione. Quella che ha fatto parlare De Chirico non tanto di “natura morta”, ma di “vita silente””. [leggi tutto]
Marco MeneguzzoCritico d’arte

“(…) Non è possibile guardare le opere di Angelo Gilberto Perlotto, Gibo, senza essere pervasi dall’incontrollabile desiderio di toccarle. Assurdo, quasi blasfemo sfiorare la materia per soddisfare la curiosità che si diffonde, eppure è altrettanto impossibile trattenersi dal contatto perché l’attenta ricerca dell’artista mira a disporre che il risultato della sua opera sia la somma di infiniti elementi, degnamente rappresentanti, per riprodurre, col ferro, una realtà ai limiti del surreale…”. [leggi tutto]
Paola Cassinelli – Critico D’arte

“(…) Dopo l’affermazione del lessico informale e la diffusione esponenziale dell’arte concettuale, l’artista vicentino valorizza l’impiego di tecniche e di materiali più tradizionalmente identificati con l’artigianato artistico nella realizzazione non solo di oggetti ma di composizioni complesse e di interventi installativi”. [leggi tutto]
Giuliano MenatoCritico d’arte

“(…) Ebbene, qui, forse si colloca il punto di connessione tra l’antico faber e un artista contemporaneo come Gibo Perlotto. Qui trovano sintesi la capacità di maneggiare la materia con strategie esecutive apprese nel corso di un praticantato familiare di bottega che vanta l’esperienza (e la connessione culturale) di diverse generazioni e lo spirito tutto attuale dell’elaborazione di un vissuto personale proiettato sulla propria storia…” [leggi tutto]
Giovanna Grossato
 – Giornalista e Critico d’arte

“(…) Pare che l’artista pensi con le mani e lavorando s’illumini d’idee nuove sulle quali riflettere. Forse l’artista ha cercato di esprimere la bellezza con accenti musicali cristallizzati. E questa bellezza ha una sua purezza che nasconde il tormento dell’artista che, cessata la sua opera d’amore, non esiste più”. [leggi tutto]
Giorgio Rigotto – Poeta e Scrittore

“(…) Solo lo spirito di un poeta poteva pensare; fermiamoli nel tempo e nel ricordo con il ferro forgiato al color bianco e battuto sull’incudine; trasmettiamo per sempre il loro ricordo per quello che sono stati nella vita di tanti e per quello che sanno suggerirci”. [leggi tutto]
Mario Rigoni SternScrittore

“(…) Già si è detto che la chiave della speranza viene a galla nonostante tutto, come testimoniano gli strappi dorati attraverso cui emergono parole dense alle quali aggrapparsi, messaggi preziosi di cui nutrirsi”. [leggi tutto]
Dario VivianTeologo e Saggista

“(…) Materia e memoria tra libro e cultura – Forse mai come in questo caso titolo e concetti convergono e si rincorrono a vicenda nel tentativo di considerare l’opera di Gilberto Perlotto. O meglio, la sua visione di pensiero”. [leggi tutto
Antonio CarradoreCritico d’arte

“(…) Angelo Gilberto Perlotto fa cantare al ferro le storie delle nostre anime impigrite. E risveglia il sospiro della perduta commozione”. [leggi tutto]
Bepi De MarziCompositore

“(…) Le creazioni nel dominio assoluto della materia ferrosa di cui è abile forgiatore e cesellatore, incarnano un’in­tensità spirituale sublime, che è portavoce della naturalezza e della semplicità dei sentimenti umani più sponta­nei, della gioia, della speranza, all’insegna dell’amore universale e della bellezza pura e incontaminata”. [leggi tutto]
Elena Gollini – Critico d’arte